Ormai da tre settimane abbiamo trasferito la nostra vita professionale sul web; ma anche la lezione di pilates, il corso di cucina e la visita al museo sono diventati appuntamenti fissi su internet. Per non parlare poi del tempo che trascorriamo sui social! In questi giorni si è dunque verificato un avvicinamento di massa alle potenzialità del digitale e tale repentino "assalto" dell'infrastruttura sta mettendo a dura prova anche la stessa rete internet. Il traffico online ha avuto consegnuenze più o meno tangibili anche sulla nostra presenza web; ma allora come affrontare questa situazione? Come comportarci per non compromettere la nostra attività digitale e farci trovare in splendida form quando tutto questo sarà finito?
Probabilmente avete notato un caricamento più lento delle pagine; probabilmente avete notato un calo delle interazioni sulle vostre pagine social e probabilmente avrete notato un segnale talvolta ballerino. Non si tratta di allucinazioni da quarantena, tutt'altro: il sovraccarico del traffico online ha spinto i colossi del digitale a prendere misure contenitive per poter contiuare ad assicurare l'efficienza massiva dell'infrastruttura. Netflix, Whatsapp e Youtube sono i canali che hanno risentito maggiormente dell'esplosione della fruizione collettiva. Ma parliamo di numeri.
Durante la quarantena, in Italia il traffico Internet è aumentato del 50% su rete fissa e del 30% da device. Le attività che maggiormente pesano sono smart working, e-learning, streaming in HD, attività sui social network e videogame. Le videochiamate sono aumentate di 10 volte su Whatsapp e Skype. Come provvedimento, alcune piattaforme di streaming come Netflix, Disney+ e YouTube hanno abbassato la qualità video per ridurre il traffico dati.
Anche l'accesso ad app di e-commerce o le visite al sito di una catena di distribuzione hanno subito rilevanti incrementi, come già abbiamo analizzato in questo articolo. Già i primi giorni dopo il decreto dell'8 marzo, Bennet aveva reso noto di aver registrato un 1000% in più di accessi sui propri siti web.
Se a tutto questo aggiungiamo il fatto che l'Italia è uno dei paesi meno all'avanguardia rispetto alla banda larga e che in questi giorni anche il resto d'Europa comunica solo via internet, allora comprendiamo l'eccezionalità e la precarietà della situazione. Tuttavia la Commissione Europea ha già comunicato che modificherà la Net Neutrality per privilegiare un certo tipo di traffico Internet: smart working, comunicazioni sanitarie, servizi digitali e lezioni online.
Google consiglia di non mettere il proprio sito in stand-by, per non perdere il lavoro ottenuto da tutti gli sforzi profusi in precedenza. Al limite possiamo limitare alcune funzioni del nostro sito. Ad esempio, un e-commerce che sospende la propria attività potrebbe far apparire gli articoli come "esauriti" o limitare le azioni del carrello. Una valida operazione è inoltre integrare la comunicazione del sito con appositi popup o banner che illustrino agli utenti quali cambiamenti lo stato di emergenza abbia comportato all'attività. È infine necessario comunicare tutte queste modifiche direttamente a Google attraverso la Search Console.
Di certo, l'unica cosa da non fare è disattivare il sito o al limite farlo solamente per pochi giorni. Innanzitutto perché i nostri clienti si sentirebbero smarriti e l'assenza di recensioni, di prezzi o descrizioni di prodotti potrebbero influire negativamente sulle scelte d'acquisto.
Una nota ufficiale del quartier generale di Facebook riporta che la presenza degli italiani su Facebook, Whatsapp, Instagram e Messenger è cresciuta del 70%, l'istant messaging del 50% come visualizzazioni delle dirette di Instagram e Facebook Live sono raddoppiate. E in effetti anche i nostri smartphone ci presentano rassegne costanti del tempo speso sui social con picchi di sei o sette ore.
Parlando ora dei nostri profili social, abbiamo probabilmente notato un calo delle visualizzazioni medie delle nostre storie. È una conseguenza fisiologica del momento. Dobbiamo infatti considerare che in questi giorni la barra delle storie è è stra-piena. A questo aggiungiamo il boom di dirette che catalizzano l'attenzione degli utenti, tra cantanti che improvvisano concerti e chef stellati che cucinano l'uovo alla Bismarck. Insomma: in questo affollamento è naturale che il nostro contenuto venga immediatamente scavalcato. Quale può essere la soluzione? Basta spostare lo sguardo poco più in basso: nel feed. Lì dove fino a ieri si condividevano foto di aperitivi, vacanze e eventi aziendali, oggi ci sono ben pochi post e proprio lì i tuoi contenuti possono ben emergere.
Va bene, ma cosa pubblicare? Pensiamo al futuro e a quando gli utenti torneranno alla normalità. Ovviamente oggi la liquidità serve ad altre priorità, ma è importante coltivare desideri e instillare nuove curiosità per domani, quando tutto tornerà alla normalità.
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