Google ha attivato definitivamente una nuova versione di Google Shopping negli Stati Uniti che, dietro funzionalità apparentemente prevedibili, nasconde complessi ingranaggi programmati in una chiara direzione: trasformare la grande G nell’automa perfetto che dovrà essere il nostro unico personal shopper, sia online che offline.
Se in un articolo precedente avevamo affermato che il checkout di Instagram avrebbe dovuto far drizzare le antenne ad Amazon, in questo caso il colosso dell’e-commerce dovrebbe chiamare in aiuto Mago Merlino (sebbene potrebbe presto ritirarsi con lui a vita privata ad Honolulu).
Ma procediamo per gradi e comprendiamo in cosa consistono queste funzionalità apparentemente banali e in che modo Google accentrerà sempre più le informazioni su di noi, definendo i comportamenti degli utenti sia online che offline.
Google Shopping è esistito per qualche anno come filtro tra i risultati del motore di ricerca. Da un po’ di tempo invece gli utenti che negli USA accedono a Google Shopping si trovano di fronte una nuova homepage. E non si tratta solamente di una ridistribuzione degli elementi sulla pagina o di qualche modifica nel font: è proposta un’esperienza di navigazione completamente rinnovata.
Gli utenti vengono accolti con una scritta che lascia poco spazio ai dubbi sullo scopo della piattaforma: “Let’s go shopping”, seguita da un’altra che subito invita l’utente all’azione: “What are you looking for?”. La ricerca consente di ricorrere a numerosi filtri come prezzo, brand o promozioni. Il resto della pagina è personalizzato: costituito da box relativi a diversi tipi di prodotto, composti in base alle precedenti ricerche o agli interessi dell’utente.
Dunque l’invito allo shopping, la ricerca del prodotto per filtri, la personalizzazione della home lasciano poco spazio ai dubbi sulle intenzioni di Google; se poi a questo aggiungiamo l’icona del carrello in alto a destra, allora possiamo affermare con certezza che la grande G si sta atteggiando ad e-commerce.
Ma le funzionalità mette in atto dal Deus ex maGhina non finiscono qui. Osservando il menù laterale dei filtri ci rendiamo conto che Google Shopping non costituirà una minaccia solamente per gli e-commerce, ma anche per i siti di comparazione prezzi. D’altronde potremmo mai pensare ad un motore di ricerca più efficace del motore di ricerca per eccellenza usato dal 90% degli utenti mondiali? Pensiamoci un attimo: in fondo tutti i dati che passano per qualunque aggregatore di prezzi passano prima per i data center di Google.
(Scopri come funziona Google e il posizionamento sul motore di ricerca)
Inoltre, nella pagina notiamo anche l’indicazione della posizione del dispositivo. Guardando più attentamente l’elenco dei prodotti, notiamo i flag della geolocalizzazione. La vera novità di Google Shopping è infatti che ci indica dove acquistare in maniera più conveniente sia online che nei negozi fisici, entrando ancora più in sintonia con i nostri comportamenti. Un negozio fisico potrà così essere presente sul web senza dover possedere un proprio sito (basta caricare un feed di prodotti).
E non è ancora tutto. Infatti la piattaforma non ti permette solamente di scoprire i prodotti o i negozi più vicini a te con rispettivi prezzi; ti consente di acquistare direttamente godendo di una garanzia. D’altronde il colosso del web sta valutando l’idea di integrare Google Shopping con un servizio di distribuzione integrato.
Tutti i dati qui raccolti relativi ai comportamenti e ai gusti degli utenti interagiscono con quelli ottenuti attraverso altri software Google. E viceversa, ovviamente.
Google ha 8 properties con 1 miliardo di utilizzatori l’una: Google, Gmail, Google Maps, Android, Youtube, ecc. Pensiamo inoltre a Google Assistant (che non si limita a Google Home, ma include tutti gli hardware in cui è inserito come gli specchi in via di sperimentazione); ma soprattutto a Google Lents che consente di inquadrare un prodotto aprendoti una pagina informativa indovinate dove? Su Google Shopping.
E tutto questo diventa ancora più concreto se parliamo di numeri.
Il 49% dei consumatori, sostiene Google, usa il motore di ricerca per scoprire nuovi brand o trovarne uno in particolare.
88% dei consumatori che sono stati in un negozio fisico, la settimana prima hanno fatto ricerche dei prodotti su Google. E ricordiamoci che da oggi su Shopping ci sono anche gli store offline!
Quindi, per tirare le fila del discorso, quando affermiamo che Google Shopping vuole diventare il nostro personal shopper non lo diciamo tanto per dire. User experience e funzionalità da e-commerce, un progetto di servizio delivery in-house anticipato dalla garanzia Google, la presenza di negozi fisici oltreché di shop online sulla piattaforma e la conoscenza dettagliata che Google ha dei nostri interessi, gusti e comportamenti ci fa capire che la grande G è sul piede di guerra e che per Amazon non si prospettano giorni sereni.
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