Ormai sono passati quasi due mesi dall'inizio dell'emergenza ed è tempo di fare i primi bilanci. La quarantena e le necessità più contingenti hanno modificato i comportamenti delle persone e tale inversione di rotta è ben evidente dalle ricerche su Google degli utenti. Si registrano infatti netti ribaltamenti, sia più analiticamente nelle query che più macroscopicamente nei settori. Scopriamo allora come il Covid-19 ha rivoluzionato i comportamenti e gli interessi degli Italiani, sulla base dello studio di SEOZoom.
Innanzitutto è il caso di sottolineare come, tra i mille stravolgimenti, occupino il loro posto anche i volumi medi forniti dai motori di ricerca. Infatti, questi ultimi forniscono dati in base ai 12 mesi precedenti e l'avvento del Covid19 ha prodotto un'innaturale virata delle query, la quale andrà inevitabilmente ad inficiare l'attendibilità dei volumi di ricerca relativi ai 12 mesi precedenti. Insomma: anche le ricerche organiche su Google risentiranno dell'emergenza.
Da qui l'introduzione da parte di SEOZoom di uno strumento, "impatto covid-19", in grado di prevedere il volume di ricerca di ogni parola chiave in base ai trend attuali. Lo studio si basa sull'analisi di campioni di parole chiave suddivise per settori. Si tratta certamente di dati statistici basati su previsioni, ma attualmente sono gli unici cui si può far fede, soprattutto per adattare le proprie strategie di comunicazione digitale alle esigenze attuali degli utenti.
La prima esigenza è proprio quella di informarsi. Ecco perché le query complessive sono aumentate del 40%. Ma scopriamo alcuni settori in particolare: internet e Telecomunicazioni, News e Media.
Anche nell'articolo precedente abbiamo analizzato come il traffico su Google abbia subito un notevole incremento, aumentato del 50% su rete fissa e del 30% da device. Le principali attività che pratichiamo sul web sono: smart working, e-learning, streaming in HD, attività sui social network e videogame. Facile intuire come esso costituisca uno dei settori che registra il maggior incremento di query. In particolare, quelle relative a chat e forum sono cresciute del 131,5%, seguite dall'argomento ad network con il 106,7%. Interessante notare come le keyword relative al file sharing contribuiscono del 67,6%.
"Cerca con Google" è in questi giorni intasato anche da un altro genere di query; quelle legate alle notizie. Come in molti altri settori, ci sono delle tematiche che in questo stato di quarantena attirano più attenzione di altre. Ad esempio, crescono le ricerche legate alle novità tecnologiche e all'emergenza, mentre calano quelle relative alle condizioni climatiche (d'altronde, se ci sia il sole o meno in questi giorni potrebbe essere interessante solo per il nostro umore!). Anche le query riguardanti le notizie calcistiche sono calate del 70% ma con la sospensione di tutte le attività, c'è poco da sapere.
E quando si parla di news e media, non si può evitare di affrontare l’argomento della disinformazione. Agcom, nello studio stilato ad un mese dall’inizio dell’emergenza, ha rilevato che il 38% delle notizie pubblicate nel giorno medio dalle fonti di disinformazione ha riguardato l’epidemia, con picchi del 46%. Una percentuale che, rispetto a gennaio, a marzo è salita di 28 punti. Prosegue Agcom, l’incidenza delle fake news incide del 5% sull’informazione generale, ma gli utenti stanno acquisendo sempre più consapevolezza dell’importanza di discernere le fonti autorevoli.
A cosa serve conoscere questi dati? Approfondire la conoscenza dei trend su Google non serve solamente ai tecnici SEO e SEM per ottimizzare un sito o una campagna AdWords. Gli utenti che troviamo sui social sono gli stessi che hanno effettuato una di queste ricerche su Google; o ancor meglio: gli utenti che pongono tali domande al motore di ricerca, sono i tuoi stessi consumatori o il tuo target su qualunque canale digitale. Ecco perché tali virate di interessi e comportamenti devono guidarci nell'aggiustare il tiro delle nostre strategie social, trasversali, onmi-channel o di qualunque altra natura.
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