È quasi banale ribadire come l'emergenza sanitaria provocherà ricadute pensanti sull'economia, non solo a livello nazionale ma mondiale. Eppure quest'emergenza non sta affliggendo tutti in egual misura. Infatti gli e-commerce proprio questi giorni registrano un boom di vendite online. Ecco allora gli incredibili effetti del Coronavirus sui siti di retail.
Certo essere costretti a casa fa crescere in noi il desiderio di videochiamate con gli amici, il piacere di riscoprire un buon libro o di dedicarci finalmente a quella passione per tanto tempo trascurata come la cucina. Ma tra le pulizie di Pasqua anticipate e la lezione di fitness in salotto, c'è un altro passatempo che intrattiene gli Italiani: lo shopping online.
Già in altri articoli abbiamo evidenziato come si tratti a tutti gli effetti di una tendenza sempre più dilagante che potremmo ormai definire un comportamento consolidato, considerando la natura sempre più digitale degli Italiani. Dal Black Friday ai regali di Natale, il 2019 si è chiuso con un mercato online dal valore di oltre 31 miliardi di euro. E oggi un inizio 2020 decisamente fuori dall'ordinario come ha modificato il rapporto degli Italiani con l'e-commerce? Quanto la quarantena sta influenzando i comportamenti degli utenti? E in che senso? Scopriamolo insieme.
La vendita di prodotti online è stata nell'occhio del ciclone e nel mirino dei consumatori già dai primi giorni di questa crisi. Chi non ha sentito parlare dei prezzi delle boccette di Amuchita schizzati alle stelle? O delle mascherine vendute a prezzi esorbitanti? Ma questo ha scoraggiato gli e-shoppers nel paese? Ovviamente no, dal momento che il fenomeno degli e-commerce analizzato riguarda brand riconoscibili e non rivenditori occasionali affetti da un virus chiamato sciacallaggio. I consumatori sanno infatti distinguere bene l'autorevolezza e la serietà di un'azienda da rivenditori poco affidabili sui marketplace.
Il Coronavirus ha avuto un effetto stravolgente sui comportamenti dei consumatori, come dimostra una ricerca svolta da Nielsen. La grande distribuzione organizzata ha registrato una crescita di 30 punti percentuali in 7 giorni. Già nella settimana da lunedì 24 febbraio a domenica 1 marzo si era verificato un aumento del 12,2% rispetto allo stesso intervallo di tempo del 2019. E proprio quest'ultima settimana di febbraio ha segnato una svolta. Se prima è sempre stato il Nord Ovest lo zoccolo duro, in quei giorni il suo +9,9% è stato al di sotto della media nazionale e surclassato dal Mezzogiorno; è stato infatti il Sud a stravolgere la propria tendenza crescendo del 15,8%. Il Centro e il Nord Est registrano entrambi +12,8%. E tutto questo prima del decreto dell'8 marzo.
Ovviamente non tutti i settori hanno registrato crescite significative in questi giorni di emergenza sanitaria. Gli attori sul mercato che mostrano trend positivi hanno tutti a che vedere con beni di prima necessità.
Gli ipermercati non raggiungono due cifre anche a causa della chiusura di alcuni punti vendita presenti in centri commerciali. In controtendenza sono invece i dati relativi al format Cash & Carry che, soprattutto a causa della sospensione delle attività di ricezione e ristorazione, perde il 9,22%.
Ma il dato più sorprendente è sicuramente il boom degli acquisti online ai tempi del Coronavirus. Nella stessa settimana di fine febbraio, è schizzato dell'80% rispetto alla stessa settimana del 2019, ottenendo anche un +30% rispetto alla settimana immediatamente precedente. Anche in questo caso sono soprattutto i beni di prima necessità a spingere i consumatori. Bennet ha reso notto di aver registrato un 1000% in più di accessi sui siti negli ultimi giorni. Eppure il mercato alimentare online in Italia copre solamente l'1% del totale e questo boom di richieste ha mandato in tilt anche le reti più preparate, facendo emergere con prepotenza problemi organizzativi e logistici; come nel caso di Esselunga descritto dall AD del Gruppo Sami Kahale, che dall'ordinario 4% si è ritrovata al 20% di domanda in più. Nel caso di Esselunga la risposta è stata estendere i tempi di consegna alle due settimane e limitare un limite di spesa per cliente per settimana.
Insomma, il boom di domande e la crescita delle vendite online ha messo in crisi anche i più attivi; anche gli attori digitali ben strutturati si trovano a dover fronteggiare uno stress non indifferente. E cosa ne sarà di tutto questo una volta finita l'emergenza? I consumatori sono stati costretti a scoprire un nuovo campo di azione digitale: la spesa online. In una conclamata trasformazione degli italiani in e-shoppers precedente all'emergenza questa ulteriore potenzialità del digitale crediamo non sarà abbandonata, anzi potrebbe aggiungersi ai consuetudinari comportamenti dei consumatori italiani. Ecco perché dovresti osservare con attenzione il mercato intorno a te e guardare ad un futuro digitale per il tuo business.
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