Ormai è evidente che per intercettare gli utenti è necessario essere presenti sul web. Ma come definire una strategia di e-commerce che sappia far emergere il nostro business e fidelizzare i clienti? Nella sua ricerca su questo settore, che abbiamo già avuto modo di analizzare, la Casaleggio Associati identifica alcuni trend online da seguire validi sia per l’Italia che per l’estero.
L’87% degli e-shopper dichiara che i social media sono decisivi nella scelta di cosa acquistare e il 40% dei merchant utilizza a sua volta i social per la lead generation. In Cina il 55% degli utenti social addirittura acquista prodotti e servizi direttamente da queste piattaforme. Negli USA lo scorso anno la percentuale ha raggiunto il 18%.
Facebook Marketplace è diventato punto di riferimento per numerosi brand poiché consente di fare sponsorizzazioni e prevede il pagamento via PayPal. Instagram ha testato negli USA la possibilità di acquistare direttamente in app con la funzionalità check out, mentre la possibilità di rimandare direttamente ai siti delle aziende attraverso post o stories è possibile anche in Italia da tempo.
Il 73% degli e-shopper afferma di utilizzare più canali per entrare in contatto con i brand e i loro prodotti. I così detti touchpoint sono sia i social media, che il sito di e-commerce, ma anche i marketplace, le newsletter e i chatbot. Un aspetto non trascurabile è che questa categoria di consumatori spende in media il 10% in più dei clienti abituati ad usare un solo canale. Ecco perché sempre più aziende lavorano alla maniera di rendere sempre più fluido il passaggio tra le diverse piattaforme e funzionalità web. Anche i negozi fisici non possono più fare a meno di un servizio digitale per personalizzare o velocizzare la propria esperienza nello store e di acquisto.
I rivenditori omnichannel hanno registrato un aumento dei ricavi del 15-35%, un aumento della redditività dei clienti loyalty del 5-10% e un lifetime value più alto del 30% rispetto agli store con strategia monocanale.
Per ora in Italia non è una modalità particolarmente efficace a causa di un sistema di distribuzione non ancora al top, tuttavia gode di ottime potenzialità in termini di rapidità e comodità, come è stato sperimentato in altri paesi europei. Ad esempio, nel 2018 nel Regno Unito questa modalità è stata scelta dal 22% degli utenti; in particolare il 34,1% dei consumatori tra i 25 e i 34 anni è membro di un programma a sottoscrizione. Addirittura il 40% degli e-shoppers inglesi ha ammesso di essere interessato alla sottoscrizione per l’agevolazione nei tempi di consegna (pensiamo ad Amazon Prime o al suo programma “Iscriviti e Risparmia” che dà sconti fino al 10% sul prezzo e offre la consegna gratuita sempre lo stesso giorno del mese). Il caso UK può costituire uno spiraglio sul futuro promettente di queste strategie anche nel nostro paese.

Interagire con il cliente ponendosi allo stesso livello continua ad essere un’arma vincente per le aziende che operano sul web, come riconosce l’80% per cui le esperienze personalizzate offerte da un brand sono un ago della bilancia nella scelta di acquisto; viceversa l‘88% delle aziende crede che i propri clienti si aspettino un’esperienza personalizzata.
Zalando ha da poco introdotto in Italia il servizio “Prova prima, paga dopo!” che consente ai clienti di avere fino a 5 giorni per provare gli articoli ordinati e scegliere cosa rimandare indietro, pagando con carta o con bonifico bancario. D’altronde il 43% degli intervistati ha affermato di aver effettuato minimo un reso l’anno passato.
Parlando di esperienza personalizzata, nulla più della consegna su misura è un elemento decisivo. Il 60% degli italiani preferisce la consegna a casa in giornata; a seguire home delivery in mailbox, consegna serale, consegna a lavoro, il ritiro in un punto di distribuzione, il ritiro presso lo store fisico e il locker. Il 37% degli italiani è disposto a pagare per una consegna più rapida e il 59% valuta come valore aggiunto la possibilità di cambiare data e ora della consegna.
Gli utenti sono sempre più sensibili a tematiche di sostenibilità ed economia circolare, dunque sempre più attenti ai processi produttivi delle aziende che di tutta risposta hanno dato il via a linee sostenibili (Adidas ha dichiarato di aver prodotto oltre 11 milioni di paia di scarpe con plastica ripescata dagli oceani e di aver risparmiano 40 tonnellate di plastica tra uffici e stabilimenti). Un aspetto da non tralasciare è infatti la mole di imballaggi consumata dall’e-commerce per 260 milioni di spedizioni solo nel 2018. L’86% dei consumatori intervistati (2000) ritiene di avere a cuore la sostenibilità e il 79% preferisce imballaggi eco-friendly; il 21% sarebbe disposto anche a pagare di più per ottenerlo. Yoox e Amazon si sono dati da fare in questo senso, creando un packaging sostenibile; il secondo ha anche lanciato il progetto Shipment Zero con lo scopo di ridurre del 50% le emissioni legate alla logistica entro il prossimo decennio. L’impatto dell’economia circolare nell’area eurpea potrebbe raggiungere l’1,8 miliardi entro il 2030, riducendo l’uso di risorse naturali nei processi produttivi per il 32%.
l’Armadio Verde è una start up italiana che in cambio di vestiti usati offre credito virtuale per acquistarne altri sull’e-commerce con un piccolo extra in denaro.
Le reti mobile di nuova generazione saranno disponibili in Italia dal 2020, dal 2017 sono in fase di sperimentazione in alcune città. La nuova infrastruttura consentirà, ad esempio, download fino a 1000 volte più veloci di oggi. Ecco perché è unanime la convinzione secondo cui questa svolta nel digitale segnerà un’ulteriore spinta in avanti dell’e-commerce (si parla di 12 miliardi nel 2021). Infatti anche i Big Data subiranno potenziamenti importanti, essendo in grado di guidare meglio le aziende per spingere il comportamento d’acquisto. Questo sarà possibile anche grazie all’AI che già oggi elabora consigli d’acquisto che colpiscono nel segno per il 24% degli ordini e per il 26% del fatturato complessivo.
Insomma, l’e-commerce è un settore tutt’altro che stagnante o poco produttivo e questi trend ci fanno comprendere bene come i comportamenti d’acquisto dei consumatori stiano sempre più mutando guardando la rapidità e la facilità di acquisto, ma anche la responsabilità ambientale e sociale delle aziende. Per rimanere aggiornato sulle trasformazioni dell’e-commerce e scoprire le potenzialità del tuo business, continua a seguire il blog dii Key Associati.
Intanto, scopri lo stato dell'e-commerce in Italia 2019 grazie al report di Casaleggio Associati e come gli over 65 sono diventati super e-shoppers.
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