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Digital transformation e attivismo digitale tra i trend 2021



Pubblicato: 27-11-2020 Social Media

La digital transformation passa per l'attivismo digitale. Oggi gli utenti si interessano alle giuste cause, ma per mobilitarsi cercano informazioni nel feed.

Il 2020 è stato un anno che non dimenticheremo. A livello economico e sociale, ma anche emotivo e psicologico, le conseguenze di questa pandemia sono evidenti a tutti e universali. Da parte nostra vogliamo concentrarci sull'analisi delle ricadute in fatto di comportamenti degli utenti online che inevitabilmente caratterizzeranno il 2021. Per farlo, ci avvaliamo di uno studio pubblicato da We Are Social che analizza la digital transformation in epoca Covid ed elenca i trend che non solo dovremmo aspettarci per il prossimo anno ma che dovremo anche cavalcare. 

Nel precedente articolo sui social trend abbiamo analizzato come gli utenti, oggi, ricercano il contatto con la natura o il piacere di creare qualcosa da zero. Il bisogno primario in questo 2020 è diventato riscoprire la tranquillità nei contesti quotidiani, ma anche sentirsi parte di una comunità e trascorrere del tempo con i propri affetti. In questo articolo vogliamo invece analizzare la trasformazione digitale a partire dal secondo trend individuato dallo studio di We Are Social: Practical advocacy.

Practical advocacy: cos'è e perché è decisiva nella trasformazione digitale

"Fare cose da smartphone" è sempre stato considerato sinonimo di pigrizia e poca motivazione. Le imposizioni rivelatesi necessarie a causa del Covid hanno rivelato invece le incredibili potenzialità di questo approccio. L’attivismo digitale si è trasformato in una prospettiva concreta e incredibilmente fattuale. Infatti, grazie alle community online, le persone si informano e trovano la giusta motivazione collettiva per agire e fare la propria parte. Ci si sta rendendo conto che l’attivismo online può tradursi in un cambiamento tangibile offline.

Oggi i canali digitali sono diventati veicoli per far circolare idee e ottenere un impatto nel mondo. Pensiamo al fenomeno del Black Lives Matter, alle campagne e agli hashtag che anno digitalmente sostenuto questo movimento. La sua risonanza digitale ha portato alla più grande organizzazione mai realizzata di proteste a sostegno delle persone di colore, con strumenti pervasivi. Snap Maps di Snapchat, ad esempio, spinge alla partecipazione alle manifestazioni consentendo agli utenti di visualizzare e localizzare i cortei di protesta in tempo reale. Il 78% della Generazione Z americana ha utilizzato i social media per esprimere il proprio sostegno alle persone americane di     colore. Questo clima di attivismo digitale non è passato inosservato a i grandi brand che hanno subito deciso di prendere posizione anche contro il body shaming, affollando sempre più il nostro feed con contenuti progressisti. Un altro esempio è #PullUpOrShutUp, un’iniziativa di UOMA Beauty che chiede ai colleghi del settore Beauty di essere trasparenti sulla politica di inclusività adottata in- house. 

Quali sono i comportamenti degli attivisti digitali?

Insomma, negli utenti, nei brand e nei proprietari delle piattaforme digitali è maturata la consapevolezza che l’attivismo online può tradursi in un cambiamento offline. Ma quali sono le nuove abitudini degli attivisti digitali?

Gli slideshow di Instagram educano alla giustizia sociale

Le schede informative dal design curato create con il formato carosello IG stanno trasformando il modo in cui gli utenti fruiscono delle informazioni, tanto che Instagram sta diventando una fonte autorevole di educazione e informazione di qualità.

Le community online hanno un incredibile potere nell'influenzare l'opinione

Gli adolescenti di TikTok negli Stati Uniti hanno fatto notizia nel corso della passata campagna elettorale lper e elezioni presidenziali statunitensi. Una vera e propria attività di trolling ai danni di Donald Trump si è rivelata decisiva anche nei comportamenti offline. 

In questo contesto di digital advocacy, i brand devono abituarsi al fatto sono costantemente sotto la lente d'ingrandimento degli utenti e delle loro opinioni soprattutto sui social, il vero palcoscenico per l’attivismo e l’informazione. Da parte loro, allora, come possono comportarsi i marchi?

I marchi hanno la responsabilità di educare gli utenti

I brand si mobilitano per contribuire a cambiamenti a livello sociale. Oggi gli utenti prestano molta attenzione all'attivismo anche da parte delle aziende. Di conseguenza le campagne pubblicitarie cambiano: non vengono venduti più solamente i prodotti, ma soprattutto i valori e le cause del brand. Ad esempio, nel 2020 P&G ha rilanciato la campagna “The Look”, pubblicando una serie di contenuti educativi con studi a supporto. 

Quindi, finora abbiamo scoperto che la digital transformation relativa al 2021 avrà come trend la riscoperta della quotidianità e dei legami con la propria comunità, ma anche la social advocacy. Ma quali sono le altre tendenze che influenzeranno i comportamenti degli utenti? Rimanete aggiornati con il nostro blog e scopriamolo insieme.

Già che sei qui, perché non scopri anche il report della Casaleggio Associati sul rapporto degli Italiani con gli e-commerce durante il Covid?

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